venerdì 15 ottobre 2010

Cosa dice il ddl Gelmini??

Il 29 Luglio 2010 il Senato della Repubblica ha approvato il disegno di legge proposto su iniziativa del Governo. Il DDL in questione aggrava la situazione già precedentemente allarmante, risultato dei tagli proposti dalla Legge 133 del 2008. In particolare, il disegno di legge sembra annullare l’operato dei ricercatori presenti nella compagine universitaria attuale e ostacolare il processo di avanzamento di carriera fino al riconoscimento come professori di ruolo.
I principali punti di contrasto per quanto concerne la realtà dei ricercatori universitari italiani sono:

RECLUTAMENTO PROFESSIONALE:
l’eccessiva concentrazione circa la figura del ricercatore a tempo DETERMINATO, sulla quale il DDL focalizza l’attenzione particolarmente, impedisce di fatto il naturale avanzamento di carriera per i ricercatori assunti a tempo INDETERMINATO già presenti da anni nel sistema universitario italiano, istituzionalizzando definitivamente una condizione di precariato disarmante.
Alla luce di questa gestione irresponsabile della situazione universitaria italiana da parte del governo, la protesta dei ricercatori (già attiva dal 15 gennaio 2010 con la sottoscrizione del documento delle associazioni della docenza e partito in maniera volontaria dai ricercatori della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Siena) ha elaborato una proposta alternativa il più possibile sistematica:

1.Impegno da parte del Ministero di istituire una procedura a livello nazionale, entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge in questione, per il conseguimento dell’idoneità scientifica nazionale secondo il meccanismo previsto dal DDL stesso.
2.La procedura succitata deve essere prevista per i ricercatori confermati di ruolo a tempo indeterminato.
3.In caso di conseguimento dell’idoneità citata nel punto 1, obbligo in forma di decreto per gli atenei nei quali i ricercatori sono attualmente attivi di confermare il ruolo per quest’ultimi come docenti di II fascia, quindi di ruolo a tutti gli effetti.
4.Impegno da parte del Ministero di copertura dell’80% delle eventuali differenze di budget causato dal passaggio di ruolo nel caso in cui L’ateneo in questione non disponga delle risorse sufficienti per coprire l’assunzione di ruolo del ricercatore idoneo.

GOVERNANCE UNIVERSITARIA
Ingresso dei privati nel CDA: i consigli di amministrazione, che dovranno essere composti per il 40% da esterni all'università, assorbiranno gran parte dei poteri del Senato accademico, con il rischi di affidare ai privati le decisioni riguardanti la didattica e la ricerca.
Riduzione della rappresentanza studentesca: oltre a decadere le attuali rappresentanze studentesche, nei nuovi organi di rappresentanza ci sarà solo uno studente. E il pluralismo degli interessi nel processo decisionale?
Riduzione molto forte del numero e del potere delle facoltà che potranno essere al massimo 12 per ateneo e alle quali verrà sottratto il potere di decidere in materia di didattica, da adesso in poi compito dei dipartimenti.

DIRITTO ALLO STUDIO
Delega al governo per la riforma dell’intero settore del diritto allo studio con l’obiettivo di arrivare ad una nuova legislazione entro 12 mesi;
Test d'accesso anche per le borse di studio e implementazione dei prestiti d'onore attraverso l’istituzione di un “fondo per il merito” che ha l’obiettivo di assegnare borse di studio e “buoni” agli studenti più meritevoli attraverso test arbitrari (magari a crocette) per misurare le loro capacità. Il tutto senza minimamente tenere in considerazione le condizioni sociali degli studenti e delle loro famiglie.

Restare immobili di fronte all’evidente ambiguità del governo nel risolvere la situazione che appare alquanto disastrosa è impossibile.
Per tale ragione l’UDU Forli s’impegna a sostenere la protesta dei ricercatori e invita tutti quanti a partecipare attivamente ricordando che siamo tutti coinvolti in quanto il disagio mina il nostro diritto allo studio e la qualità della didattica.

SU COSA DOVREBBE PUNTARE LA PROTESTA:

Creare un fronte unico e compatto di protesta consci del fatto che le modifiche che questa legge apporta coinvolgono tutti: ricercatori, professori ordinari e studenti.

Fare in modo che la protesta generi un costruttivo dibattito tra docenti e studenti su cosa s'intende per QUALITÀ DELLA DIDATTICA, consci del fatto che questa non è che l'ultima di una serie di leggi che da vent'anni a questa parte vanno a distruggere il sistema universitario italiano.

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