mercoledì 27 ottobre 2010

NUOVA PROVA FINALE SID, cosa dicono i rappresentanti


PREMESSA:

Il passaggio dalla tesi a questa prova finale è stata una scelta operata dalla facoltà e lungamente discussa negli ultimi anni (sulla quale non è possibile tornare indietro), che costituisce una “sperimentazione” e un'avanguardia in quanto la nostra facoltà è una delle prime a trovare strade alternative alla tesi. Tale decisione è stata dettata dalla necessità di cambiare la tesi in seguito all'entrata in vigore del Decreto Ministeriale (quindi è un dato che riguarda tutta Italia e prima o poi tutti gli atenei dovranno prendere provvedimenti) 270; tale decreto abbassa il numero dei crediti riservati alla valutazione della tesi da 7 a 4. In tale contesto, una modalità di laurea come la tesi che impegna almeno 2 mesi chi la intraprende (con il rischio di laurearsi molto dopo e pregiudicare l'ingresso a una magistrale nel caso si voglia proseguire i propri studi all'estero) e considerato che ormai per essere competitivi sul mondo del lavoro una laurea triennale non basta più ed è quasi necessario avere anche la laurea specialistica, non farebbe altro che allungare di molto le tempistiche degli studi di ciascuno di noi e sarebbe una modalità squilibrata tra impegno e tempo impiegato per scriverla e crediti massimi dati per la valutazione.
La prova finale è perciò stata concepita come una modalità di laurearsi nei tempi minimi necessari, pur mantenendo la dignità di una prova conclusiva di un percorso di studi, in cui esprimere un proprio punto di vista e utilizzare le diverse conoscenze apprese nei tre anni (multidisciplinarietà della prova).

COM'È STRUTTURATA LA PROVA:

La prova consisterà in un testo scritto in 4 ore al computer (presso il LABIC, con porte usb e internet disattivato) di massimo 15000 battute (circa 7 pagine) nella forma e struttura di un PAPER. I 3 macro temi tra cui sarà possibile scegliere (es processi di colonizzazione e decolonizzazione, effetti delle crisi economiche) verranno comunicati un mese prima dell'appello della prova finale. In tale tempo gli studenti dovranno semplicemente andarsi a riguardare quanto studiato nei tre anni sull'argomento scelto da diversi punti di vista (storico, economico, giuridico ecc..) magari approfondendo con alcune letture (la Biblioteca Ruffilli è un ottimo database in proposito). Il giorno stesso verranno poi comunicati i temi più specifici delle 3 macroaree, uno per ciascuna area (es. illustrate gli effetti a livello sociale della crisi economica in un paese specifico a scelta, parlare della colonizzazione e della decolonizzazione in un determinato paese..).

DIVISIONE DEI PUNTEGGI:

La prova finale verrà valutata con un punteggio che va da 0 a 3 crediti. Passa anche chi prende 0 crediti; non passa chi va fuori tema o commette gravi errori grammaticali e di sintassi.
I restanti crediti verranno così suddivisi:
1 credito per esperienze di internazionalizzazione (erasmus, overseas ecc..)
2 crediti per chi si laurea in corso nella sessione di giugno-luglio; 1 credito per chi si laurea in corso nella sessione di settembre-dicembre
2 crediti per chi si laurea con una media degli esami pari o superiore a 102; 1 credito per chi si laurea con una media degli esami pari o superiore a 94


TEMPISTICHE DI PRESENTAZIONE:

La richiesta di partecipazione a una sessione della prova finale va presentata 45 giorni prima, a esami già tutti ultimati, per ragioni burocratiche (15 giorni vengono dati per dare il tempo alla segreteria di ricevere tutte le richieste e inviare le tracce delle macroaree a tutti gli studenti un mese prima della prova).
Dopodiché vengono inviate le tracce e alla data stabilita si esegue la prova finale.

PUNTI CRITICI EVIDENZIATI(che verranno portati avanti dai rappresentanti in sede si consiglio di corso di laurea):

punteggio: essendo settembre ancora parte della sessione estiva, ed essendo difficile per la tempistica posta, finire gli esami in tempo e laurearsi nella sessione di luglio, viene chiesta la possibilità di estendere i 2 crediti per premiare la velocità anche a chi si laurea a settembre.

Tempistica: viene chiesto di abbassare i tempi per l'iscrizione da 45 a 35 (la burocrazia può anche esser fatta in 5 giorni e 10 giorni in più possono essere essenziali per superare un esame; inoltre viene chiesto che non sia requisito necessario l'aver terminato tutti gli esami entro la presentazione di domanda di laurea, ma che si possa fare la domanda e che questa venga annullata qualora a 20 giorni dall'esecuzione della prova non si siano terminati tutti gli esami. In questo modo avremo più tempo per terminare gli esami e farlo nei tempi che ci sono sempre stati forniti (appelli a 20-15 giorni di distanza l'uno dall'altro..)

scrittura del paper: per l'attuale anno 3 sid viene chiesta la simulazione di una prova finale da effettuarsi per la prima o seconda settimana di lezione a marzo (essendo l'unico periodo privo di parziali) di modo da comprendere, anche se non si ha avuto tutto il tempo per prepararla, quali sono i metri di valutazione e come organizzare la scrittura del paper. Per gli anni a venire viene chiesta l'estensione a tutti gli esami opzionali del paper come seconda prova parziale, di modo da esercitarsi a farla, e un laboratorio di scrittura alternativo a quello informatico.

Deroga alla regola del salto d'appello: in ultimo, ma avvertiamo tutti che sarà MOLTO difficile ottenere questo punto, chiederemo una deroga per la regola del salto d'appello (esami solo nella sessione d'esame relativa al corso e a settembre) per gli studenti a cui mancano solo 1 o 2 esami massimo e che devono recuperare esami del primo semestre.

NB. tale deroga sarà alternativa all'ottenimento dei 2 crediti anche per la sessione di settembre, ottenuta la quale si riuscirà comunque ad avere il massimo punteggio pur recuperando gli esami a settembre

venerdì 15 ottobre 2010

FOTOPETIZIONE "COSTRUTTORI DI SAPERE"


Come avrete visto a Palazzo Montanari per gli interpreti e alle aule Mazzini per gli economi e gli scienziati politici, in questi giorni abbiamo partecipato ad una Fotopetizione lanciata dalla Rete 29 Aprile dei ricercatori:

RICERCATORI E STUDENTI, COSTRUTTORI DI SAPERE.
La campagna di fotopetizione nazionale contro il ddl Gelmini lanciata da studenti e ricercatori nelle Università italiane (tuttel le foto su www.costruttoridisapere.it). Caschetto giallo in testa per denunciare la demolizione dell’Università pubblica a cui il Governo vuole portare il Paese tramite il ddl Gelmini.
 Un’iniziativa nazionale che ha l’obiettivo di mostrare i volti delle persone che quotidianamente subiscono gli effetti dei problemi che oggi vive l’Università pubblica e che questo ddl inasprirà fortemente. Sono già 1600 le foto di studenti e ricercatori contro il ddl.
 “Una “riforma” dell’Università (il DdL Gelmini) – riportano in una lettera aperta di studenti e ricercatori – che, sistematicamente, va nella direzione opposta agli slogan sbandierati pubblicamente: merito, spazio per i giovani, lotta ai baronati, sostegno al diritto allo studio. Ciascuno di questi principii, che tutti condividiamo, sarà molto più lontano se questa “riforma” dovesse essere approvata.”
 Un’iniziativa che coinvolge studenti e ricercatori di più di 20 atenei italiani che con caschetti gialli in testa chiederanno al Governo di tornare indietro sul ddl e di aprire una riflessione seria sulle esigenze del sistema universitario italiano.
Gli studenti dell’Unione degli Universitari-e anche noi da Forlì- sono stati, caschetto giallo in testa, nelle piazze insieme agli studenti medi e il 14 al presidio indetto a Montecitorio insieme alla Flc-CGIL.
 
Da COSTRUTTORI DI SAPERE, per fermare il ddl e RICOSTRUIRE IL FUTURO!

Tutte le vostre foto su www.costruttoridisapere.it!

Cosa dice il ddl Gelmini??

Il 29 Luglio 2010 il Senato della Repubblica ha approvato il disegno di legge proposto su iniziativa del Governo. Il DDL in questione aggrava la situazione già precedentemente allarmante, risultato dei tagli proposti dalla Legge 133 del 2008. In particolare, il disegno di legge sembra annullare l’operato dei ricercatori presenti nella compagine universitaria attuale e ostacolare il processo di avanzamento di carriera fino al riconoscimento come professori di ruolo.
I principali punti di contrasto per quanto concerne la realtà dei ricercatori universitari italiani sono:

RECLUTAMENTO PROFESSIONALE:
l’eccessiva concentrazione circa la figura del ricercatore a tempo DETERMINATO, sulla quale il DDL focalizza l’attenzione particolarmente, impedisce di fatto il naturale avanzamento di carriera per i ricercatori assunti a tempo INDETERMINATO già presenti da anni nel sistema universitario italiano, istituzionalizzando definitivamente una condizione di precariato disarmante.
Alla luce di questa gestione irresponsabile della situazione universitaria italiana da parte del governo, la protesta dei ricercatori (già attiva dal 15 gennaio 2010 con la sottoscrizione del documento delle associazioni della docenza e partito in maniera volontaria dai ricercatori della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Siena) ha elaborato una proposta alternativa il più possibile sistematica:

1.Impegno da parte del Ministero di istituire una procedura a livello nazionale, entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge in questione, per il conseguimento dell’idoneità scientifica nazionale secondo il meccanismo previsto dal DDL stesso.
2.La procedura succitata deve essere prevista per i ricercatori confermati di ruolo a tempo indeterminato.
3.In caso di conseguimento dell’idoneità citata nel punto 1, obbligo in forma di decreto per gli atenei nei quali i ricercatori sono attualmente attivi di confermare il ruolo per quest’ultimi come docenti di II fascia, quindi di ruolo a tutti gli effetti.
4.Impegno da parte del Ministero di copertura dell’80% delle eventuali differenze di budget causato dal passaggio di ruolo nel caso in cui L’ateneo in questione non disponga delle risorse sufficienti per coprire l’assunzione di ruolo del ricercatore idoneo.

GOVERNANCE UNIVERSITARIA
Ingresso dei privati nel CDA: i consigli di amministrazione, che dovranno essere composti per il 40% da esterni all'università, assorbiranno gran parte dei poteri del Senato accademico, con il rischi di affidare ai privati le decisioni riguardanti la didattica e la ricerca.
Riduzione della rappresentanza studentesca: oltre a decadere le attuali rappresentanze studentesche, nei nuovi organi di rappresentanza ci sarà solo uno studente. E il pluralismo degli interessi nel processo decisionale?
Riduzione molto forte del numero e del potere delle facoltà che potranno essere al massimo 12 per ateneo e alle quali verrà sottratto il potere di decidere in materia di didattica, da adesso in poi compito dei dipartimenti.

DIRITTO ALLO STUDIO
Delega al governo per la riforma dell’intero settore del diritto allo studio con l’obiettivo di arrivare ad una nuova legislazione entro 12 mesi;
Test d'accesso anche per le borse di studio e implementazione dei prestiti d'onore attraverso l’istituzione di un “fondo per il merito” che ha l’obiettivo di assegnare borse di studio e “buoni” agli studenti più meritevoli attraverso test arbitrari (magari a crocette) per misurare le loro capacità. Il tutto senza minimamente tenere in considerazione le condizioni sociali degli studenti e delle loro famiglie.

Restare immobili di fronte all’evidente ambiguità del governo nel risolvere la situazione che appare alquanto disastrosa è impossibile.
Per tale ragione l’UDU Forli s’impegna a sostenere la protesta dei ricercatori e invita tutti quanti a partecipare attivamente ricordando che siamo tutti coinvolti in quanto il disagio mina il nostro diritto allo studio e la qualità della didattica.

SU COSA DOVREBBE PUNTARE LA PROTESTA:

Creare un fronte unico e compatto di protesta consci del fatto che le modifiche che questa legge apporta coinvolgono tutti: ricercatori, professori ordinari e studenti.

Fare in modo che la protesta generi un costruttivo dibattito tra docenti e studenti su cosa s'intende per QUALITÀ DELLA DIDATTICA, consci del fatto che questa non è che l'ultima di una serie di leggi che da vent'anni a questa parte vanno a distruggere il sistema universitario italiano.

AGGIORNAMENTI DAI RAPPRESENTANTI


Al penultimo consiglio di Facoltà di Scienze Politiche si sono discusse molte cose, qui un breve riassunto:


Alla luce della mancata pubblicazione dei verbali degli ultimi consigli di facoltà, pur non ritenendo che)questa sia una colpa o una conseguenza diretta degli avvenimenti che hanno investito il Consiglio della nostra Facoltà, riteniamo doveroso riprendere tutte le comunicazioni che sono state interrotte per la “pausa estiva”. Come molti di voi ci hanno riferito, la prima fonte che ha provveduto a divulgare i primi resoconti è stato il quotidiano “La Voce”. Ci teniamo a precisare che le questioni affrontate dall’articolo del 28/09 non sono da ritenersi collegate. Procediamo con ordine.
Il 22 Settembre si sono svolte le elezioni del Consiglio del Polo di Forlì, dove, tra i diversi membri da eleggere, compariva il rappresentante della facoltà di Scienze Politiche. Per prassi, il seggio del rappresentante della Facoltà al Consiglio di Polo viene assegnato al Preside in carica. La Preside, prof.ssa Maria Serena Piretti, è stata eletta con 22 voti a favore, 28 schede bianche e 5 nulle, per un totale di 55 votanti. Preso atto dell’esito della votazione, la Preside ha ritenuto opportuno comunicare al Consiglio di Facoltà, riunitosi in sessione straordinaria per discutere della questione ricercatori, le sue conseguenti dimissioni in quanto riteneva fosse venuta a mancare la fiducia nei suoi confronti . Molti docenti hanno assicurato che, in ogni caso, la priorità della facoltà rimarrà la didattica preservando la vita accademica degli studenti .
Le rimostranze dei ricercatori hanno trovato occasioni di dibattito e condivisione; molti professori associati ed ordinari hanno manifestato solidarietà ed i rappresentanti della nostra lista hanno anche sottolineato il loro sostegno politico. Superato il blocco della didattica durato fino alla scorsa settimana, i ricercatori hanno annunciato che alla ripresa dei corsi si accompagneranno degli incontri ed iniziative aperte alla popolazione studentesca ed alla cittadinanza, in cui si dibatteranno i temi della riforma in via di approvazione. Il primo di questi incontri è stato in occasione del consiglio di facoltà straordinario, a cui seguiranno altri appuntamenti, a cominciare da un’assemblea pubblica con il Pro-rettore alla Ricerca del nostro ateneo in data Giovedì 7/10 alle 16 presso l’aula Garzanti 2. Invitiamo tutti a partecipare perché oltre all’utilità di poter conoscere meglio le trasformazioni del nostro sistema universitario, siamo convinti che anche i provvedimenti sui ricercatori ci investano direttamente.
Riprendendo il tema delle elezioni del Consiglio di Polo, i due seggi riservati agli studenti sono stati assegnati ad un candidato della nostra lista, iscritto nella nostra Facoltà, e a uno studente della Facoltà di Ingegneria della lista Extreme, riconducibile a Student Point – associazione che, ricordiamo, non è presente nella nostra Facoltà e di tendenza politica opposta rispetto alla nostra. Inoltre, il Presidente del Consiglio di Polo verrà rieletto nei prossimi mesi dalla rinnovata componente del consiglio.
Per concludere ci scusiamo con quanti hanno chiesto a gran voce degli aggiornamenti diretti, ma l’assenza della gran parte di noi studenti ha impedito una massiccia mobilitazione nella settimana. Con la promessa di essere presenti senza essere ingombranti come recriminato da molti, vi ricordiamo che i nostri contatti sono pubblicati sul sito della Facoltà o potete scriverci alla mail interassociativo@gmail.com o al nostro account di facebook “Interassociativo – Forlì”

I rappresentanti di Scienze Poltiche

PROPOSTE DI EMENDAMENTO AL DDL GELMINI

Come avrete potuto sentire all'assemblea indetta dai ricercatori la scorsa settimana, l'Alma Mater Studiorum ha avanzato alcune proposte di modifica del DDL Gelmini, per gli interessati, le trovate a questo link:

ATTENZIONE ALLE SCUOLE LEGHISTE...

QUANDO LA MANCANZA DI DEMOCRATICITÀ DIVENTA ABITUDINE

Vogliamo denunciare l'antidemocraticità dell'arredamento della scuola di Adro (provincia di Brescia) di cui si è parlato negli ultimi giorni...
siamo forse per questo cattivi, brutti, sporchi e comunisti?
Simbolicamente infatti, il dato più grave in questa faccenda è che i ragazzi che per anni studieranno e vivranno nella scuola verranno abituati ad un'anomalia: un partito che si è appropriato di una scuola pubblica, ovvero di tutti, indipendentemente da ceto, provenienza, convinzioni politiche e religiose.
Occorre una precisazione perché per denunciare bisogna essere esatti: sebbene il “Sole delle Alpi” non sia un simbolo di partito, rappresenta comunque il concetto di “Padania”, che è un'invenzione e appartiene unicamente al lessico della Lega Nord, quindi va considerato come un simbolo politico.. Se vogliamo fare un paragone in merito, in una scuola intitolata ad un partigiano non si trovano certo simboli dell'antifascismo (eccezion fatta per lo Stemma della Repubblica).

Il fatto è grave soprattutto perché si è verificato in una scuola, sede principale della creazione della coscienza civile di ciascuno (coscienza che prelude ad una futura critica formazione delle proprie idee e posizioni politiche).

Pertanto ci sentiamo di denunciare questo fatto come appartenenti di un'associazione sindacale che difende i diritti degli studenti universitari e anzitutto come privati cittadini, preoccupati del futuro delle nuove generazioni che, con iniziative di questo tipo, verranno sempre più abituate a considerare le idee di un solo partito come verità storiche e date per certe..